Dietro le quinte dell’intolleranza al lattosio

Una delle intolleranze alimentari più diffuse è quella al lattosio, ma spesso se ne ignorano le origini e le cause.
Alla base di questo disturbo alimentare c’è la carenza di un enzima, la lattasi, utile a metabolizzare il lattosio.
La lattasi compare nell’individuo già dalla 23ma settimana di gestazione, per poi raggiungere il suo apice alla nascita. La diminuzione delle percentuali di lattasi inizierà in modo del tutto naturale dallo svezzamento in poi, con differenze tra individuo a individuo.
Il 70% della popolazione mondiale soffre di carenza di lattasi in età adulta. Questi disturbi non presentano una distribuzione omogenea, dato che alcune aree del mondo ne sono maggiormente colpite rispetto ad altre.
Esistono infatti popolazioni in cui si assiste ad una “lattasi persistenza”, vale a dire una permanenza di alte percentuali di lattasi nell’organismo che perdurano anche dopo lo svezzamento, protraendosi in età adulta.
I “campioni della lattasi” in questo caso sono le popolazioni del Nord Europa e delle isole britanniche. Questa loro lattasi-resistenza è dovuta a fattori genetici, a mutazioni di un gene avvenute circa 3.000 anni fa, comparse nelle popolazioni dedite alla pastorizia e che permettono loro di digerire il latte e i suoi derivati anche in età adulta.
I sintomi delle intolleranze al lattosio possono manifestarsi anche dopo alcune ore dall’assunzione di latte o di suoi derivati e compaiono sotto forma di dolori addominali, stitichezza o diarrea, meteorismo, eruzioni cutanee, stanchezza, mal di testa e nausea.
La sintomatologia non si manifesta allo stesso modo in tutti gli individui, dato che ogni organismo ha una specifica carenza dell’enzima della lattasi.
Esistono tre forme di intolleranza al lattosio:

– Congenita: dovuta alla fisiologica diminuzione della lattasi dopo lo svezzamento, con differenze – spesso anche notevoli – tra individuo ed individuo nella sempre minore produzione di lattasi;

– Acquisita: è causata da altre patologie ed è un tipo di intolleranza transitorio proprio perché, alla guarigione delle patologie principali, anche questo disturbo alimentare viene risolto;

– Genetica: si presenta come un’incapacità permanente di produrre lattasi, anche subito dopo la nascita.

Prescindendo dalle diverse tipologie di intolleranze al lattosio, esistono dei prodotti adatti per gli intolleranti al lattosio, in grado di permettere loro di non privarsi dei piccoli piaceri della tavola e di poter contare sull’apporto di tutti gli altri principi nutritivi di cui dispone il latte.
La scienza ha operato enormi progressi, tanto che le nuove conoscenze in campo genetico hanno permesso di utilizzare Test del DNA anche in ambito nutrizionale, con la possibilità di poter scoprire la propria predisposizione genetica alle intolleranze, così come ad altri disturbi legati all’alimentazione.
Le opportunità che vengono fornite dalle nuove esperienze scientifiche e alimentari aiutano senza dubbio a convivere con le nostre intolleranze, ma aiutano a consolidare la consapevolezza della necessità di rivolgersi sempre ad una figura specializzata per comprendere al meglio i propri sintomi e per capire quali siano le risposte migliori per affrontarli, evitando le pratiche fai-da-te spesso più dannose che efficaci.